Non mi ero resa pienamente conto che la mia fosse una forma di arte terapia. Finché il mio amico e curatore Claudio non me lo fece notare. Per me, dipingere è sempre stato un atto di cura. Una sorta di seduta psicologica, una coccola per l’anima. Attraverso i colori e i pennelli, riesco a liberarmi delle emozioni che porto dentro, alleggerendo la mente e ritrovando equilibrio. L’arte, per me, non è solo un’espressione creativa. Ma una strada per il benessere personale.

Dipingere è il mio modo di parlare con l’anima: ogni pennellata libera emozioni, cura ferite e riempie i vuoti con colore e vita.

Nelle mostre collettive si cela una grande opportunità di confronto. Non solo tra opere, ma anche tra le anime di chi crea. Non serve essere spavaldi per affrontare il tema dell’arte. Ciò che conta è la sincerità con cui ci si esprime. Da giovane, esporre i miei lavori non mi veniva naturale. Ogni quadro, ogni pennellata raccontava ciò che sentivo nel profondo, come se rivelassi una parte intima di me stessa. Esporre significava mettermi a nudo di fronte a sconosciuti. Cosa che richiedeva del coraggio.

Con il tempo, ho imparato che condividere l’arte è essenziale, non solo per comunicare con gli altri, ma anche per comprendere meglio noi stessi. Durante queste esperienze, ho scoperto che molti artisti condividono la stessa sensazione. Il timore iniziale di essere giudicati viene spesso superato dal piacere di trovare chi comprende e si rispecchia nelle nostre opere. L’arte, infatti, diventa un ponte che unisce sensibilità e storie diverse, creando un dialogo unico e universale.

WAB Movicentro Bra 2022
Citerna 2015

L’arte come ponte tra vulnerabilità e connessione

L’arte, quindi, non è solo un’espressione individuale, ma anche un dialogo collettivo. Se da un lato esporsi può sembrare un atto di vulnerabilità, dall’altro offre l’opportunità di creare connessioni profonde con chi osserva. Ma cosa rende un’opera capace di comunicare universalmente? Non è forse il filtro personale, unico per ogni artista, che trasforma emozioni intime in qualcosa di condivisibile?

Molti temono di non essere compresi, ma la bellezza dell’arte sta proprio nella sua interpretazione libera. Ogni spettatore porta il proprio vissuto nell’opera, arricchendola di significati. In questo scambio si rafforza il valore del confronto, rendendo l’arte un linguaggio comune di crescita e condivisione.

Esporre le proprie creazioni diventa così un atto di coraggio che apre alla comprensione reciproca. L’arte è una forma di terapia, un mezzo per liberare emozioni profonde e dare loro una forma. Il dialogo con altri artisti arricchisce ulteriormente questo percorso, dimostrando che la creatività non è mai isolata.

Creare non significa cercare la perfezione, ma esprimere autenticità. Ogni opera è un invito al dialogo, un ponte tra sensibilità diverse. Con il tempo, ho capito che condividere l’arte non solo aiuta a comunicare con gli altri, ma anche a comprendere meglio noi stessi.


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